Cuori, stelle, scritte tribali. I tatuaggi come forma di espressione.
Fiori, scritte, scritte tribali: il tatuaggio è una vera e propria forma artistica per chi lo realizza e un gesto carico di significato per chi decide di averlo sul proprio corpo. Un tempo appannaggio di persone poco raccomandabili, oggi è tra le tendenze più cool.
È una delle più antiche forme di espressione artistica dell’uomo: la parola deriva dal polinesiano tatau, che significa incidere, marchiare la pelle. Tatuaggi e disegni decorativi esistevano fin dall’antichità e alla fine del XIX secolo la pratica si diffuse anche fra le classi aristocratiche d’Europa. Oggi l’uso di questi simboli ha trasceso lo scopo spirituale e tribale originario ed è diventato un fenomeno di tendenza, senza più distinzioni di sesso, classe sociale o età. Ma le ragioni che stanno dietro a un tatuaggio – dalla scelta del disegno alla zona da tatuare – continuano ad essere profonde e complesse: dalla ricerca della propria identità al superamento di un momento difficile, da rito di passaggio a desiderio di omologarsi al gruppo per sentirsi accettati, da gesto erotico per mettere in mostra il proprio corpo, a forma di comunicazione non verbale fino al semplice piacere di decorarsi con un’opera che, a tutti gli effetti, è artistica. Quale che sia il motivo per cui si decide di tatuarsi, sta di fatto che, superata l’epoca in cui il tatuaggio era considerata espressione di una vita disagiata e ai margini della società, oggi circa 7 milioni di italiani ne hanno (almeno) uno. E il fenomeno ha preso dimensioni tali da spingere l’Istat a far rientrare i tatuaggi nel suo paniere, in crescita fra le prime voci di spesa degli italiani. Dove, come, quando Meglio sempre iniziare con un tattoo semplice che preveda al massimo un’ora di lavoro. Sulle dita è doloroso, sulla spalla si sopporta, sulla mano, sul ginocchio e sulle altre giunture fa più male, meglio puntare su gambe e braccia. Il viso, invece, è sconsigliato, se non per un ritocco estetico, ad esempio, alle sopracciglia. Le donne amano in particolare parti del corpo sensuali come caviglie, cosce, spalle e schiena, mentre gli uomini scelgono solitamente la parte alta del braccio, il polpaccio, il torace, dove c’è spazio per disegni più ampi. A livello di dimensioni e tipologia di soggetto, se in teoria tutti i tatuaggi (soprattutto alcuni generi come i tribali, i mandala o quelli di origine giapponese) sono considerati unisex, è anche vero che qualche differenza tra universo maschile e femminile c’è: i tatuaggi femminili solitamente hanno un tratto più sottile, leggero, monocolore e si orientano su soggetti più delicati e sensuali – fiori (eccetto la rosa, simbolo tipico dei marinai), ali di angeli, personaggi delle favole in versione silhouette, cuori e stelle – mentre gli uomini prediligono tatuaggi più grandi, scuri che spaziano dal tribale/geometrico a rondini,
draghi teschi, ancore. I tatuaggi con le scritte, anche tribali, invece, sono amatissime da tutti: dalla singola parola alla citazione, da frasi intere a date. In questo momento la parola “resilienza” è in cima alla classifica.
IL TATUATORE PROFESSIONISTA
Oggi l’offerta sul mercato di tatuatori è davvero ampia. Proprio per questo occorre porre molta attenzione nello scegliere a chi rivolgersi. Una decisione superficiale potrebbe, infatti, portare conseguenze anche gravi. Il passaparola è sicuramente un valido criterio di scelta, in alternativa, le riviste di settore o internet. Una volta selezionato il posto, è bene andare di persona a dare un’occhiata per verificare alcuni aspetti importanti: le caratteristiche dello studio, le condizioni igieniche, il livello di privacy. Da evitare studi allestiti nei sottoscala e sconosciuti alla rete, locali completamente privi di finestre, bui e angusti. Altro aspetto da non sottovalutare è l’accoglienza del tatuatore: un vero professionista discute con il cliente l’idea e il disegno, propone alternative, fa un preventivo in termini di tempi e costi e, prima di iniziare, anche l’anamnesi della pelle.
PER NON SBAGLIARE IL TATUAGGIO
- No a scelte dettate dall’enfasi del momento Tatuarsi il nome dell’amato è un bellissimo gesto d’amore, ma se la storia dovesse finire? Meglio evitare, così come tutte le passioni momentanee. Un gruppo musicale, un programma televisivo, un cartone animato o un personaggio dei fumetti… sei sicura che ti piaceranno ancora tra 10 anni?
- Attenzione all’ortografia (e al significato) della scritta La regola vale anche per le lingue straniere e per i caratteri in aramaico o gli ideogrammi cinesi.
- Occhio alla zona del corpo su cui scrivere Pensa se vuoi che gli altri (compreso il tuo datore di lavoro!) vedano il tatuaggio.
- E se mi pento?
Al momento, la tecnica più efficace e meno rischiosa per eliminare un tatuaggio è rappresentata dai laser Q-switched che, rispetto ad altre tecniche, comportano un danno minimo ai tessuti circostanti e non lasciano importanti esiti cicatriziali.