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Più social, meno socievoli?

Più social, meno socievoli?

Dalla voglia di libertà alla paura di viverla. Tanto più è facile essere amici sui social network, tanto sembra diventare sempre più difficile - e l'ultimo anno sicuramente ha aggravato la situazione - tornare ad avere una vita sociale vera, fatta di rapporti concreti e di contatto fisico.



Da un anno a questa parte siamo diventati tutti dei veri esperti nell’organizzare riunioni su Teams, aperitivi su Zoom, nel pubblicare foto su Instagram dell’ultima ricetta cucinata, o nel commentare su Facebook o Twitter le ultime notizie di attualità.

Ma adesso che, con tutte le dovute attenzioni, cominciamo a riavere indietro un po’ di libertà, le cose cambiano: davanti a un invito a cena o a una semplice richiesta di bere un caffè insieme all’aperto, molti si tirano indietro. Da un isolamento imposto, siamo passati a una comfort zone, da cui si fatica ad uscire. Anzi, non è poi così raro sentire persone che si sono adattate alla reclusione domestica al punto che ora temono il momento di uscire.

Secondo la Società Italiana di Psichiatria sono oltre un milione gli italiani colpiti dalla cosiddetta Sindrome della Capanna o del Prigioniero. Una condizione che attiva stati d’ansia, di paura, tristezza e malessere generale all’idea di uscire di casa, vedere gente o frequentare posti affollati. Una tendenza che sicuramente è stata accelerata e rafforzata dal lungo periodo di lockdown dei mesi scorsi, ma che, a rifletterci meglio, era già iniziata qualche anno fa, in concomitanza con il diffondersi dei social network tra i giovani.

Perché risulta più facile chattare anzichè parlarsi di persona, molto meno faticoso collegarsi in video chiamata dal divano di casa invece che doversi preparare per uscire, pensare a cosa mettersi, a quale mezzo prendere, a cosa fare una volta fuori. I social hanno cambiato radicalmente la nostra vita, ma ci rendono davvero più sociali o più soli? Ci permettono senza dubbio una connessione continua, senza precedenti, da qualunque posto e ad ogni ora del giorno e della notte; ci consentono di rimanere costantemente in contatto con i nostri amici, di conoscere nuove persone, che magari si trovano dall’altra parte del mondo, di essere aggiornati su tutto quello che succede; facilitano il nostro approccio con gli altri, rendendoci più disinvolti nascondendoci dietro uno schermo e una tastiera. Ma il rovescio della medaglia è un parallelo distacco dalla realtà, quella vera, fatta di sguardi, gesti, chiacchiere guardandosi negli occhi, parole dette vis à vis senza la mediazione di una telecamera. Le relazioni umane sono senza dubbio più complesse, impegnative, spesso difficili da gestire ma non per questo possono essere sostituite da una pura connessione internet.

Lungi da noi voler rinunciare ai social, a internet e nuove tecnologie, e a tutte le straordinarie opportunità che ci danno e ci daranno in futuro. Solo non dimentichiamoci che la vita, quella vera, è fuori da monitor e tastiere, ed è fatta di relazioni tra persone, che vanno coltivate, assaporate, fatte crescere, anche semplicemente bevendo insieme un caffè seduti a un tavolino di un bar.

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